A Giano dell’Umbria, alla festa dei sapori

L’Umbria è un  luogo ricco di tesori, architettonici, storici paesaggistici. Non da trascurare il discorso enogastronomico, un vanto per questa regione. Siamo a Giano dell’Umbria, in un suggestivo borgo medievale situato lungo la dorsale dell’antica strada Flaminia. Giano si trova  in provincia di Perugia. Durante un periodo dell’anno, Giano si trasforma come per incanto. Le sue stradine e le sue piazze diventano un palcoscenico di prim’ordine sul quale si celebra la tradizione e la cultura dell’Olio extra vergine di Oliva. QUest’anno siamo alla Diciottesima edizione di “Le Vie dell’Olio”, un evento che si tiene a Giano dell’Umbria dal 30 novembre al 01 dicembre,

Questo viaggio lungo “Le Vie dell’Olio” culminerà nella rievocazione della “Festa della Frasca”, che farà rivivere la “Bonfinita”: raccolta e lavorazione delle olive con sfilata dei carri, coglitori in abito tradizionale, degustazioni gratuite di “bruschetta” con olio novello.  I buongustai potranno partecipare, domenica 01 dicembre alle ore 11.45, al corso “Chef vs Nonna”, una vera e propria sfida ai fornelli a suon di ricette tra innovazione e tradizione con la partecipazione dello “Chef dell’Amore” Giancarlo Polito e con nonna Maria, chi vincerà? http://www.leviedellolio.eu/

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Ma entriamo nel dettaglio della Festa della Frasca, una tradizione che ha origini contadine delle  zone rurali dell’Umbria centrale, una tradizione legata al periodo della raccolta e della lavorazione delle olive. Una volta terminata la raccolta, si celebrava la cosiddetta “bonfinita”, allestendo sulle aie dei casali rurali feste improvvisate addobbando con piccoli doni, destinati in genere al padrone o al “caposcala” (coordinatore di tutti gli addetti), un tralcio di olivo, la frasca, appunto in dialetto umbro. Intorno alla pianta addobbata si raccoglievano per la festa tutti i protagonisti della raccolta. Gli organetti suonavano e si ballava un ballo tipico umbro detto il “saltarello”, aiutati dal vino si cantava e si assaporavano i piatti tipici, poveri della cucina contadina. La piana di olivo, il vero protagonista della festa, veniva ddobbato con oggetti di ogni tipo.

Nel borgo di Giano dell’Umbria questa tradizione è rimasta viva fino alla fine degli anni ’50. A partire dal 1996 il Comune di Giano l’ha ripristinata all’interno, appunto, della manifestazione “Le Vie dell’Olio”. Oggi la tradizione della Frasca rivive con una grande festa. Un carro, tirato dai buoi, trasporta la “frasca” addobbata fino alla piazza principale del paese, accompagnata dai coglitori in abiti d’epoca come il “guazzarone”, una tunica che veniva utilizzata per ripararsi dall’umidità, dalla nebbia e dalle intemperie invernali frequenti nell’epoca della raccolta delle olive e con strumenti originali e da un gruppo folkloristico che rievoca i canti e le danze della tradizione contadina umbra.

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Una volta arrivati in Piazza del Municipio vengono preparate e offerte in degustazione gratuita le tradizionali “bruschette” con olio novello e altri prodotti tipici, come le frittelle di pane e i dolci, il tutto accompagnato dall’ottimo vino delle colline gianesi. Giano dell’Umbria e l’olio extravergine di oliva sono dunque un binomio inscindibile. Ma Giano dell’Umbria non ha solo l’olio di prezioso. Qui la storia e la cultura si incontrano dando vita ad un’atmosfera unica piena di colori, profumi e sapori. Considerata da Columella “prima omnium arborum” e ritenuta sacra dai romani insieme al fico e alla vite, la pianta dell’olivo, comunemente chiamata “piantone”, vegeta nel territorio di Giano sin dal tempo degli Umbri e degli Etruschi. Testimoniata dai vari frammenti di anfore olearie del periodo tardo- imperiale, la coltivazione dell’olivo fu incrementata dai monaci di S. Benedetto dell’abbazia di S. Felice nonché arricchita di una nuova specie, ora denominata “dolce di S. Felice”, dai loro successori Agostiniani verso la fine del XV secolo.

I frantoi più antichi a trazione animale sono quelli degli Agostiniani di S. Felice e dei Francescani di Giano. Quelli di Ser Gioanni e quello detto de Magliocco sono movimentati dalle acque dei vicini torrenti. Così come lo sono il Molendinum sancti Angeli, quello del Vescovo e quello di Maestrini, che si trovano tutti lungo il corso del torrente Pugliola. nel 1857 operavano nella zona ben nove mole ad olio, nel 1888 l’”Umbria Olearia” censiva a Giano una superficie a olivi pari al 45% dell’intero territorio. La raccolta delle olive avviene prevalentemente median- te brucatura a mano, mentre la lavorazione nei sei frantoi ancora attivi utilizza tecnologie di estrazione moderne, generalmente a ciclo continuo, per ottenere standard di qualità sempre elevati.

Oggi l’olivicoltura locale può contare su circa 170.000 piante dislocate su una superficie di oltre 700 ettari, che fruttano mediamente 3.000 quintali del pregiato prodotto; olio verde dai riflessi dorati, fresco e fruttato all’olfatto e che presenta al gusto toni equilibrati di amaro e di piccante, con delicate sensazioni di erba appena tagliata. Giano dell’Umbria dal 1994 è “Città dell’Olio” e dal 2005 anche “Città del Bio”. Fa inoltre parte del circuito regionale della “Strada dell’Olio extravergine di oliva dop Umbria”. Oltre all’olio extravergine di oliva le altre produzioni di eccellenza di Giano sono: il vino (doc e docg di Montefalco, doc dei Colli Martani), il tartufo nero, il miele, lo zafferano, il formaggio pecorino, la carne chianina.

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Meritevole di visita è la Chiesa di San Francesco considerata una delle prime costruzioni francescane in Umbria che conserva al suo interno pregevoli testimonianze della storia dell’arte umbra, dagli affreschi trecenteschi dell’abside al ciclo quattrocentesco di Giovanni di Corraduccio, fino a tutto l’apparato barocco. Durante i lavori di restauro sono anche emersi ulteriori affreschi di scuola umbra del XV e XVI secolo, che arricchiscono il già ricco corredo artistico della Chiesa. Poco lontano da Giano si trova l’abbazia di San Felice, un vero capolavoro di architettura romanica umbra con influssi lombardi ed affinità con chiese spoletine. Il carattere romanico dell’edificio, nascosto da interventi settecenteschi, è stato riportato alla luce da un restauro del 1958. La chiesa mostra a tutt’oggi la sua originaria struttura romanica risalente al XII secolo, mentre il chiostro e le costruzioni, che si sviluppano sul fianco destro della chiesa, vennero edificate e completate in un lasso di tempo che va dalla seconda metà del XVI secolo al XVIII secolo.

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Chi visita Giano dell’Umbria non può non fare un salto a Perugia una città che ha sulle spalle ben 3000 anni, ma portati benissimo direi visto che risce a gardare al futuro, adessere al passo con i tempi, a coniugare perfettametne antico e moderno. Tutto convinve armoniosamente. A Perugia si possono visitare chiese medioevali, piazza IV novembre, il Duomo, il Palazzo dei Priori e la Fontana Maggiore. Si può percorrere la città lungo la via della Maestà delle Volte, dove è situata anche la fontana anonima e l’Arco Etrusco, e ancora la Rocca Paolina e i Giardini del Campaccio. Ogni pagina della sua storia sembra scritta nelle sue pietre in un intrico di civiltà e culture che hanno lasciato ampie tracce del loro passaggio. Una storia rivitalizzata di giorno in giorno dall’enorme afflusso di giovani provenienti da tutto il mondo. l’Università per Stranieri di Perugia (in Palazzo Gallenga, nel cuore della città) è la più antica e prestigiosa istituzione italiana (fondata nel 1921) impegnata nell’attività di insegnamento, ricerca e diffusione della lingua e della cultura italiana in tutte le loro espressioni.

Perugia

Orvieto, Panicale, Assisi, Perugia, Passignano sul Trasimeno, Tuoro sul Trasimeno, Città di Castello. Luoghi che possono essere le tappe di un suggestivo viaggio alla scoperta dei più antichi esemplari della tessitura a mano, attività che ebbe inizio tra l’XI e il XII secolo con grande rinomanza e diffusione, non solo in Italia, tra XIV e XV secolo. Le “tovaglie perugine”, caratterizzate da decorazioni geometriche e figure di animali come grifi e aquile, e dal tipico colore, turchino, marrone o rosso, venivano utilizzate nelle chiese come tovaglie da altare. Si trovano riprodotte con grande fedeltà in molte opere pittoriche, da Pietro Lorenzetti al Ghirlandaio.

L’attività decadde alla fine del XVI secolo, fatta eccezione per alcuni conventi che la destinarono prevalentemente a usi liturgici. La rinascita ha una data precisa: il 1906, quando alla Esposizione nazionale delle “Industrie fem- minili italiane” di Roma, il padiglione dell’Umbria presentò con grande successo riproduzioni fedeli delle antiche tele umbre. A Città di Castello l’opificio “Laboratorio tela umbra a mano”, attivato dalla baronessa Alice Franchetti Hallgarten, diede vita a produzioni di grande pregio, e ancora oggi, secondo una formula moderna, produce tessuti a mano fine- mente lavorati nei classici decori umbri. Nel Palazzo Tommasini, sede storica del Laboratorio, è stato da poco allestita la Collezione tessile di Tela Umbra.

Tra i ristoranti citiamo il Rifugio San Gaspare Loc. Monti Martani tel. 0742 90189 – 347 2562775 Il Buongustaio Loc. San Felice tel. 0742 930033 – 347 3661689 La Locanda “Dio Giano” Piazza San Francesco tel. 338 3741908

Chi preferisce gli Agriturismi pu scegliere tra Castrum Normanno Loc. Moriano C. S. P., 31 tel./fax 0742 90286 tel. 338.8195558 www.castrumnormanno.it Gasperini Fraz. Morcicchia Loc. Case Maggi tel/fax 0742 90211 tel. 348 7624387 www.agriturismogasperini.it Rustichino Loc. Rustichino, 10 tel. 380 3073015 Del Quondam Vittorio Via Montecchio, 5 tel/fax 0742 99470 cell. 328 3626849 www.delquondam.it La Casa dei Vini Loc. San Sabino tel/fax 0742 90426 cell. 368 3668586 www.morettiomero.it Arcobaleno Della Torretta Fraz. Macciano, 24 tel/fax 0742 90450 cell. 349 8015983 www.arcobalenodellatorretta.it

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